Acqua, la vergognosa beffa: i governi disattendono la sentenza della Corte Costituzionale con cui “salvò” il Referendum del 2011.

CORTE costituzionale

La Corte Costituzionale dichiarò inammissibile l’articolo 4 del decreto legge 138 del 2011 con il quale il governo Berlusconi aveva aggirato il risultato referendario. Fu accolto il ricorso della regione Puglia. Vendola dichiarò: “Una giornata da ricordare”.

Ma dopo oltre tre anni, considerato il diffuso silenzio assordante della politica, a difesa del risultato referendario, è vergognoso dover registrare che la maggioranza delle forze politiche presenti in parlamento si dimostra a favore della privatizzazione dell’acqua.

Quindi, tra gli imputati politici che remano contro il referendum del 2011, in spregio alle regole costituzionali e alla volontà espressa dalla sovranità popolare, non risulta solo Berlusconi che interessò la Consulta nel 2011, ma anche altre formazioni politiche che, almeno in questo caso, “predicano bene e razzolano male”.

A quanto sembra, e mi dispiace dirlo, in Italia la democrazia è diventata “fuorilegge”!

Enzo Mellano

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