Italia: crisi non è colpa dell’austerity, ma della corruzione

Con fondi Ue finanziati concerti e progetti di energia mai completati. Dei soldi avuti in prestito da Atene 11% è finito ai greci. Foto: Salerno-Reggio Calabria.

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NEW YORK (WSI) – In Grecia dei soldi ricevuti in prestito dai creditori della troika solo l’11% è finito ai contribuenti. Il resto, come sottolineava anche l’altro giorno il premio Nobel Joseph Stiglitz, è finito nelle tasche del settore privato o di qualche mafioso o politico corrotto. Mentre i paesi della periferia dell’area euro protestavano contro l’austerity maledetta, il rapporto tra debito pubblico e Pil continuava a salire anno dopo anno, toccando i massimi di sempre nel caso di Grecia e Italia.

Come è possibile? Dove sono finiti per esempio tutti i fondi Ue che non sono mai arrivati al popolo italiano, mentre il debito continuava a crescere e l’economia a faticare?

La risposta è da ricercare nei tanti episodi di frode e corruzione. L’Italia è il fenomeno dove gli episodi di corruzione è il più grave in Europa. In nessun altro paese europeo tanti soldi che spettavano allo Stato sono stati persi in casi di frode. Persino la Grecia fa meglio in queste speciali statistiche. Come riporta TheLocal, nel nostro paese ci sono al momento 61 indagini aperte in casi di frode riguardanti i fondi Ue. È il secondo numero più alto di inchieste aperte in Ue, dietro alla Bulgaria, non certo un esempio di stato sano e senza corruzione.

Solo per fare un esempio con i soldi dei contributi europei è stato finanziato un concerto di Elton John. Dei 350 milioni di euro di fondi europei devolti alla Sicilia per progetti di energia pulita, una grande fetta è finita nelle mani delle organizzazioni criminali.

Dal 1998 al 2005 una compagnia fasulla chiamata Digitaleco ha ricevuto più di 3 milioni di fondi europei per produrre Dvd. Non sono mai stati fabbricati, ma la ‘missione’ è stata misteriosamente certificata come completata. Senza parlare degli aiuti per la costruzione  dell’austostrada A3 Reggio – Calabria. I lavori sono iniziati nel 1966.

Anche se gli italiani sono incavolati per le misure di rigore imposte e la crescita nulla dei loro stipendi e della qualità di vita in degressione, la colpa non è tanto dei tagli alle spese ma dei politici corrotti e dei capitalisti senza scrupoli che hanno abusato dei pochi fondi che erano in teoria destinata a migliorare gli standard di vita e il benessere della gente ‘comune’.

Fonte: The Local – (DaC)

di: WSI – Pubblicato il 01 luglio 2015

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