ULTIM’ORA: Terremoto interno nel PD, Renzi è nei guai, può andare a casa. Chieste le dimissioni

Ballottaggi, Pd nel caos. La minoranza: Renzi si dimetta da segretario.

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“I dati sono chiari ed evidenti. A parte i comuni capoluogo di Regione, c’è un quadro allarmante. Su 126 comuni ne perdiamo quasi 90. Perdiamo comuni che governavamo con sindaci uscenti: Novara, Savona, Trieste, Pordenone, Grosseto, Brindisi, Benevento e altri ancora. E poi ci sono alcune Regioni dove siamo sostanzialmente sommersi, come il Piemonte, il Veneto, il Lazio e soprattutto la Toscana”. E’ durissima l’analisi dei ballottaggi fatta da Davide Zoggia, esponente della minoranza del Pd intervistato da Affaritaliani.it.

“E’ evidente – spiega –  che c’è un tema immediato legato al partito. Credo che non serva neanche discuterne tanto; se si vuole provare a salvare qualcosa bisogna cambiare immediatamente la linea del partito, tenendo conto che a Milano, dove per fortuna vinciamo, l’operazione è legata in buona parte al lavoro fatto da Pisapia per tenere la sinistra agganciata al Partito Democratico. C’è un tema del Pd organizzativo, c’è un tema del Pd di linea politica e c’è soprattutto il tema che questo voto, seppur amministrativo, dà dei segnali molto chiari anche per quanto riguarda il governo del Paese”.

“Renzi – afferma Zoggia –  dovrebbe dare immediatamente dare la possibilità a chi ne ha la voglia e le capacità di gestire, governare e rilanciare il Partito Democratico. Ormai è provato dai fatti che il doppio ruolo – segretario e presidente del Consiglio – non funziona e che al partito in questi due anni e mezzo sono state dedicate pochissime energie. Questi sono i risultati. Renzi dovrebbe concentrarsi sul governo lasciando la segreteria del Pd, ma non dopo il referendum bensì nel più breve tempo possibile. Non parlo nemmeno da minoranza, ma uomo del Pd. Con risultati del genere viene automatico fare questo ragionamento. Io sono assolutamente disponibile a discuterne insieme, perché a farlo non può essere solo una parte del partito. Serve un confronto aperto,  ma l’idea di un governo diverso del partito deve stare a cuore a tutti proprio per provare a rilanciare l’azione del Pd”.

No a Guerini segretario. “Penso che queste elezioni diano un risultato netto per quanto riguarda questa segreteria del Pd. Non dico che devono andare via tutti, ma soluzioni che tentino di coprire dei buchi o di rattoppare le troverei francamente non utili rispetto all’obiettivo che dobbiamo raggiungere. A Roma – attacca Zoggia – da due anni c’è un commissario – Matteo Orfini – che fa il belo e il cattivo tempo. Di fronte a questi risultati non succede nulla? Buon senso vorrebbe che qualcosa accada, d’altronde ci sono ci sono persone che sono andate via per molto meno. Qui è evidente che siamo di fronte a una sconfitta che ha delle caratteristiche epocali”.

Roberto Speranza segretario? “Mi pare prematuro”, risponde Zoggia. “Con Speranza stiamo costruendo un’alternativa. Certamente Roberto è una persona che dimostra una volontà molto forte per quanto riguarda il rilancio del partito. Ma penso sempre che queste cose vadano decise attraverso meccanismi di partecipazione, le primarie prima di tutto”. E il congresso? “Questo risultato elettorale ha dato una decisa accelerata a tutto e penso che si debba tenere il congresso il prima possibile, compatibilmente con le scadenze.

Non nascondo, poi, che c’è una preoccupazione grandissima per la legge elettorale che è stata congeniata in modo perfetto per aiutare le forze che possono coalizzarsi contro e non per governare il Paese. Non solo, questi risultati dei ballottaggi aprono anche una seria riflessione sul risultato del referendum di ottobre. E’ chiaro che se si va al referendum con tutti contro, con Renzi che lo ha così personalizzato e legato alla vita del governo e del partito, si rischia di trascinare in un eventuale risultato negativo tutto quanto”.

“Penso che sia uno dei risvegli più brutti per il Pd”, continua Zoggia. “E’ vero che quando governi le elezioni amministrative possono anche dare un segno negativo,  ma qui abbiamo sindaci che pagano prezzi non legati alle loro amministrazioni. Sento molti renziani dire che Fassino era alla guida di Torino da tanti anni e che avrebbe dovuto esserci una rottamazione. Queste affermazioni dimostrano che una parte consistente del gruppo dirigente nazionale del Pd non ha capito assolutamente nulla. Fassino ha governato bene e il voto alla Appendino, oltre alle capacità della sindaca, è legato in gran parte a un’azione contro chi in questo momento sta governando il Partito Democratico”. – fonte: http://www.affaritaliani.it/politica/ballottaggi-pd-elezioni-renzi-428139.html

Fonte 20 giugno 2016

Il Direttore

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