CASSAZIONE: PALPEGGIARE UNA DONNA IN AUTOBUS È VIOLENZA SESSUALE

 

La Cassazione continua a far discutere. In una recente sentenza aveva stabilito che masturbarsi in pubblico non è più un reato e chi lo fa rischia solo una multa.

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Ora arriva una sentenza di senso opposto che equipara i palpeggiamenti in autobus a una violenza sessuale. Rischia, infatti, grosso chi approfittando dell’affollamento sui mezzi pubblici tocca e si struscia: da oggi in poi non si potrà più fare distinzione tra una “mano morta” e una violenza sessuale. La Cassazione ha confermato la condanna per violenza sessuale (articolo 609 bis) per un cinquantasettenne che aveva palpeggiato una passeggera su un autobus di linea a Roma. L’uomo si era stretto tra i passeggeri, aveva puntato la sua preda e poi si era piazzato in modo da poter strusciare il bacino contro il fondoschiena della vittima.

La denuncia della donna

La donna, invece di subire e soprassedere, aveva deciso di denunciare l’imputato e un altro uomo. Per la Cassazione ha costretto la ragazza a subire una “violenza sessuale”. Anche i giudici del tribunale e poi della Corte d’Appello di Roma avevano ritenuto entrambi colpevoli di violenza sessuale in concorso.  Nella sentenza (n. 51581 della terza sezione penale) non è specificata l’entità della condanna. Il codice penale punisce la violenza sessuale con la reclusione da cinque a dieci anni, con uno sconto non superiore ai due terzi nei casi di minore gravità.

di REDAZIONE – 14 novembre 2017

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