Alterazioni dell’umore, parte terza: “Disturbo Bipolare”
Cos’è
Si tratta di un disturbo caratterizzato da gravi alterazioni dell’umore, e quindi delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un periodo e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche più volte durante la vita.
Le ricerche dicono che 1 persona su 100 può soffrire di disturbo bipolare, con la stessa probabilità per gli uomini e per le donne. Di solito il primo episodio del disturbo si sviluppa nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, per poi aversi più o meno frequentemente per tutta la vita. Il disturbo è molto eterogeneo e si può manifestare con sintomi e intensità molto diverse da persona a persona. L’abuso di alcol o droga si associa frequentemente al disturbo bipolare aggravandolo significativamente. E’ una malattia seria che se non trattata adeguatamente, può causare gravi sofferenze e risultare anche molto invalidante.
I Sintomi del Disturbo Bipolare
La fase ipomaniacale e maniacale. Durante le fasi maniacali o di eccitamento la persona può presentare disinibizione eccessiva e, in genere, comportamenti socialmente inappropriati. Si sente particolarmente euforica, con la sensazione di avere enormi potenzialità personali: tutto le appare possibile e fattibile, tanto che spesso commette azioni impulsive anche pericolose per se stessa o per gli altri . La sensazione di avere enormi potenzialità personali può aggravarsi fino a divenire delirio di onnipotenza. La persona in mania inoltre, non riesce a portare a termine alcun progetto. Ha una grande energia, tanto da non sentire il bisogno di mangiare né dormire.
Le persone vicine a chi soffre di maniacalità stentano a riconoscerlo: prima timido e riservato, ora non smette un attimo di parlare ed è sorprendentemente disinibito.
La fase depressiva. Le fasi depressive seguono spesso quelle maniacali e ipomaniacali e per molti versi ne rappresentano l’opposto. L’umore è molto basso, con la sensazione che nulla interessi né possa dare piacere. Si perde il significato della vita, che appare profondamente dolorosa.
Il sonno e l’appetito possono aumentare o diminuire. Ci si sente senza energie e facilmente affaticati, con una grande difficoltà nel concentrarsi. Le fasi depressive possono risultare talmente gravi da portare al suicidio o ad atti autolesionistici. Le fasi depressive solitamente durano di più di quelle maniacali, che possono durare anche solo pochi giorni. Spesso le fasi depressive sono anche più frequenti nell’arco della vita. A volte da una fase si passa immediatamente all’altra, altre volte intercorre un periodo di umore normale o misto spesso pieno di ansia.
Decorso e conseguenze del disturbo bipolare
Il disturbo bipolare ha un decorso cronico. In tutti i casi può comportare gravi danni, perché chi ne soffre con il suo comportamento può rovinarsi relazioni importanti, spendere tutti i suoi risparmi in qualcosa che gli sembra un ottimo affare e poi si rivela un fallimento o in qualcosa che gli appare in quel momento assolutamente indispensabile, o fare incidenti stradali per l’alta velocità.
Cause del disturbo bipolare
Non esiste un’unica causa del disturbo bipolare. Come per altri disturbi psicologici e psichiatrici le cause sono spiegabili con modelli bio-psico-sociali. Nel disturbo bipolare il ruolo del fattore biologico e genetico è dimostrato scientificamente e influisce sulla vulnerabilità a sviluppare il disturbo. Chi ha un parente, soprattutto un parente prossimo come un genitore o un nonno, che soffre o ha sofferto di questa malattia e/o ha un temperamento ipertimico, collerico o ciclotimico ha una maggiore probabilità di sviluppare il disturbo, ma può anche non ammalarsi mai, perché i geni costituiscono sì un importante fattore ma solo di rischio. Altri fattori possono svolgere un ruolo importante, come gli eventi di vita stressanti o i successi, il consumo eccessivo di caffè, alcol, droga o altri stimolanti, le gravi irregolarità del sonno, una bassa qualità di vita, alcuni farmaci, e così via. La combinazione tra questi fattori e quelli genetici causa la malattia.
Come si cura il disturbo bipolare
Gli obiettivi del trattamento del disturbo bipolare sono la stabilizzazione dell’umore, riducendo la frequenza e la gravità degli episodi maniacali e depressivi, e la prevenzione delle ricadute future. Per raggiungere questi obiettivi è solitamente necessaria un’adeguata cura farmacologica con stabilizzatori dell’umore e antidepressivi, sotto attento e continuativo controllo di un medico psichiatra.
Le ricerche scientifiche dimostrano che quando il trattamento farmacologico è associato alla Psicoterapia si ha una maggiore stabilizzazione dell’umore e una più significativa riduzione delle ricadute. La persona riesce maggiormente ad aderire al trattamento farmacologico, lo segue con maggiore costanza e motivazione.
La Psicoterapia aiuta inoltre la persona che soffre di disturbo bipolare, e i suoi familiari, innanzitutto a comprendere ed accettare il disturbo, il suo funzionamento e l’impatto che può avere sulla vita dell’individuo e dei suoi familiari. Fornisce strumenti utili ad affrontare le fasi maniacali e depressive, imparando a riconoscere precocemente i segnali della ricaduta e ad affrontarli in modo efficace.
Dott.ssa Veronica Benincasa
Fonti:
American PsychiatricAssociation. DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Text Revision, IV edizione. Masson, Milano 2001
G. O. Gabbard: “Psichiatria Psicodinamica” (Raffaello Cortina)
Joseph F. Goldberg, Martin Harrow, Disturbi bipolari, Raffaello Cortina Editore
Un abbraccio bipolare!!!!!
Grazie Gigi Ross…ed In gamba 😉