Perché rischiare di pagare 2volte una tassa, una multa o altro? Meglio conservare le ricevute

CARTELLE documenti 200

Negli ultimi tempi si parla di fatturazione elettronica che tra i diversi scopi ha quello di ridurre il consumo di carta che consentirà un grande risparmio. A questo punto sorge spontaneo chiedersi ma nell’era della tecnologia è ancora necessario conservare le ricevute dei pagamenti?

A quanto pare questo è un limite insuperabile, non c’è alcun modo per evitare di dover conservare le ricevute dei pagamenti effettuati soprattutto se non si vuole rischiare di dover ripagare una stessa bolletta perché, dopo aver buttato la ricevuta non possiamo provare il pagamento.

In realtà qualche possibilità di dimostrare l’avvenuto pagamento ad esempio di una multa, pagata con bollettino presso le Poste Italiane ma smarrita, c’è:

Per prima cosa è necessario ricordare la data, l’importo, l’intestazione e il numero di c/c della multa per poi richiedere all’Ufficio Postale in cui è stato effettuato il pagamento, di effettuare la ricerca. In caso di esito negativo bisogna immediatamente pagare la sanzione entro 60 giorni dalla notifica del verbale.

Siccome bisognerebbe avere una memoria da elefanti, risulta più facile essere più attenti, conservare tutte le ricevute e conoscere i tempi entro i quali il credito cade in prescrizione, e gli utenti non sono più tenuti a dimostrare nulla.

I vari termini sono stabiliti dalla legge e cambiano in base ai diversi tipi di documento in particolare per le spese riguardanti

LA CASA:

Bollette (acqua, luce, gas, telefono), ricevute IMU, TARSU, Ricevute dell‘affitto, Ricevute delle spese condominiali: 5 anni dalla data di scadenza;

Canone Rai: 10 anni;

TRIBUTI:

Deleghe F24:  5 anni;

Bollo auto:  4 anni (3 anni oltre l’anno cui il pagamento si riferisce).

SPESE BANCARIE:

Cambiali: 3 anni dalla data di scadenza;

Quietanza rate del mutuo: 10 anni;

Estratti conto: 10 anni.

ALTRO

Assicurazioni: 1 anno dalla scadenza, 5 anni se vengono usate ai fini fiscali;

Dichiarazione dei redditi: 5 anni dall’anno successivo a quello della dichiarazione(in presenza di accertamento, fino alla chiusura dell’accertamento);

Multe e contravvenzioni: 5 anni;

Scontrini: 2 anni, specie se allo scontrino è collegata una garanzia;

Ricevute e fatture di ristoranti, alberghi, altre strutture ricettive: 6 mesi;

bollette relative a telefoni mobili: 10 anni;

fatture di fornitori (artigiani, imprese di servizi, ecc.): 3 anni;

fatture e parcelle di professionisti: 3 anni;

Atti notarili: per sempre.

E adesso non vi resta che controllare le date e i tempi per poter cominciare le pulizie di Pasqua!

Dott. Apa Mirko

Dott.ssa Giordano Marta

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