Referendum: abbiamo vinto. Bersani: “E’ divorzio tra governo e Italia”

Dopo la valanga di sì sui 4 quesiti, conferenza del segretario PD: “Oggi è una giornata straordinaria. Berlusconi si dimetta e vada al Quirinale”.

Referendum abbiamo vinto

“Per una volta non riesco a non ridere”, così il segretario del PD, Pier Luigi Bersani ha introdotto la conferenza stampa sui risultati dei referendum sull’acqua pubblica, il nucleare e il legittimo impedimento. Il raggiungimento del quorum rappresenta un risultato eccezionale che ha premiato gli sforzi fatti dal Partito democratico, dai movimenti referendari e dalla società civica dopo 16 anni di fallimenti dell’istituto di consultazione popolare.

Due sono per il leader democratico i punti principali che sintetizzano il voto referendario: 1) il divorzio tra il governo e il Paese; 2) la necessità di un cambiamento di direzione politica con il PD impegnato in prima linea.

“È stato un risultato eccezionale – ha dichiarato Bersani – la grande partecipazione popolare ha detto chiaramente che il governo viaggia su una strada diversa rispetto alla volontà del Paese. Il governo vive in un altro emisfero. Ora tocca a noi dare risposte positive attraverso un nuovo programma di politiche energetiche alternative al nucleare e un piano nazionale di gestione del ciclo dell’acqua. La politica, la buona politica dovrà dare la mano alla spinta civica: questa è la chiave giusta per il Paese. È stato un risultato straordinario, un risultato pieno di speranza e di fiducia per il cambiamento”.

“Nei giorni scorsi avevo detto che né le elezioni amministrative, né il risultato referendario avrebbero rappresentato l’ora X per la caduta del governo Berlusconi. Ma dopo la giornata di oggi tutto il centrodestra dovrà riflettere su una crisi politica conclamata e la colossale empasse in cui versa il Paese. Oggi si registra un distacco profondo tra questo governo e i cittadini e sarebbe da irresponsabili se non volessero tenerne conto. Nessuna compravendita di parlamentari o tecnica di sopravvivenza potrà funzionare ancora. La verità è che non sono in grado di affrontare i problemi per il Paese. Si dimettano e aprano una nuova fase politica”.

“Saremo presenti alla festa dei movimenti e dei comitati referendari. Come più grande partito politico italiano siamo al servizio del bene del Paese. Il centrodestra ha governato 8 anni degli ultimi dieci: avranno sbagliato qualcosa di sostanziale o diranno che è sempre colpa di qualcun altro? La verità che la favola raccontata da Berlusconi si scontra sempre di più con la situazione reale socio-economica del Paese. Ora devono prendersi le responsabilità delle scelte sbagliate, delle favole e della superficialità con cui hanno governato”.

Le elezioni restano la strada maestra per il cambiamento e per la ripartenza del Paese. “Vediamo – ha ribadito Bersani – se esiste uno spiraglio per abrogare la pessima legge elettorale esistente e ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Ma la strada maestra sono le elezioni”. 

A breve ci sarà una manovra finanziaria molto importante da affrontare “ma non ci vengano a raccontare che i conti sono a posto. Ci dicano come vorrebbero fare e si prendano le loro responsabilità anche se sono convinto che non sono in condizione di programmare alcuna manovra finanziaria”.

“Il PD non ha messo nessun cappello sul voto referendario perché siamo convinti che si debba uscire dal dilemma del distacco tra la politica e la società civica. Per noi la giusta soluzione è dare la mano e dare una mano alla società: mettersi al servizio del Paese”.

Ai referendum popolari del 12 e 13 giugno ha votato il 57% degli aventi diritto:quorum raggiunto e superato per la prima volta dal 1995 . Dato che scende al 54,8% considerando i votanti all’estero. Il successo dei “Sì” tocca il 95% e secondo il dato definitivo diffuso dal Viminale, al totale dei seggi scrutinati negli 8.092 Comuni italiani, il quesito che ha incontrato maggior partecipazione è il secondo, quello sulla “determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito abrogazione parziale di norma”, per cui ha votato il 57,03% degli elettori. Dato sceso al 54,8% considerando i voti degli italiani all’estero.

Il primo quesito, “modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica – abrogazione” ha registrato un’affluenza del 57,02% (54,8% sul totale). Il terzo, “abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare” arriva al 56,99% (54,8%) e il quarto, “abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del presidente del Consiglio e dei ministri a comparire in udienza penale” totalizza un’affluenza del 56,98% (54,8%). Numeri che fanno dichiarare a Berlusconi: “Il governo e il Parlamento hanno il dovere di accogliere pienamente il responso dei quattro referendum”. E meno male che fino al giorno prima del voto, il presidente del Consiglio aveva definito “inutili” le consultazioni…

Pier Luigi Bersani 13 giugno 2011

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