Ora Bruxelles minaccia l’Italia: “O la manovra o ridate i soldi”

I tecnici dell’Ue accusano Roma: “Deficit e debito fuori controllo”. Poi il ricatto: “Manovra bis blindata o restituite il fondo di flessibilità”. È iniziato l’assalto alla diligenza Italia. Un attacco incrociato che rischia di portare a un commissariamento della nostra politica economica pur di far approvare la manovra correttiva da 3,4 miliardi imposta dai tecnici di Bruxelles.Ora Bruxelles minaccia l'Italia

Secondo un retroscena pubblicato da Repubblica, i ministri europei delle Finanze avrebbero già approvato l’Opinione sui conti italiani da presentare all’Eurogruppo la prossima settimana. Una mossa che porterebbe, in caso di mancate garanzie di una manovra bis, alla procedura d’infrazione più volte minacciata dall’Unione europea.

Il Comitato economico e finanziario avrebbe messo in discussione parte della flessibilità concessa. Si tratta dei soldi fatti arrivare a Roma nel 2016. Se così fosse, il governo si troverebbe a dover rivedere “l’intera costruzione dei conti degli ultimi due anni”. “Nel peggiore degli scenari – argomenta Repubblica – potrebbe portare alla richiesta di restituzione dei soldi, lo 0,2% del Pil, altri 3,4 miliardi, o parte di essi per non finire in procedura”. Questo perché, secondo i calcoli degli Stati membri, nel 2017 il deficit italiano dovrebbe salire al 2,4% del Pil, lo 0,1% in più rispetto al 2016, mentre il debito dovrebbe toccare il 133,3%.

Se questi dati dovessero essere confermati, anziché una correzione strutturale dello 0,6% del Pil, il sistema Italia peggiorerà dello 0,4% rischiando così “una deviazione significativa rispetto all’aggiustamento nel 2017” nonostante il bonus dello 0,32% del Pil, circa 5,5 miliardi, ottenuto per far fronte all’emergenza immigrazione e dopo i terremoti.

Secondo Repubblica, i dubbi del Comitato economico e finanziario dell’Unione riguarderebbero anche i conti pubblici dell’anno scorso. “Le condizioni per la flessibilità per gli investimenti attualmente non sembrano rispettate”, si legge nel documento che accusa Roma di non aver incrementato gli investimenti come promesso. Sarebbe, dunque, a rischio parte dei 19 miliardi di flessibilità concessi nel 2016 all’allora premier Matteo Renzi dal presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker.

Il conto di questi errori sarà presentato al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al prossimo Eurogruppo. Una sorta di ricatto per imporci la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro. Se il governo italiano la approverà sarà completa, Bruxelles farà in modo di “risolvere” il problema della flessibilità per gli investimenti “con qualche escamotage tecnico”. In caso contrario, fa notare Repubblica, “le due questioni si sommeranno con il rischio concreto che l’Italia finisca in procedura d’infrazione”.

Sergio Rame – 14 marzo 2017

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